THE EVO STORY
Una strada bianca e polverosa, un cancello rugginoso. Poco piĂą in lĂ , un trattore agricolo sopito dalla noia e subissato dalle piante, ma pronto a partire al primo colpo.
Tutto è appeso all’idea del prossimo inverno. Allora, un’esplosione di agrumi avvolgerà polso e intransigenza del lavoro con odori, colori, sensazioni. Ancora é lontano, tuttavia verrà .
É in questa cornice di attesa che il Glycine, rinvenuto “Navelin” nel suo rimessaggio rurale, prolifera nell’essenza. Una forma decisa quasi dentata, capace di tracciare la terra secca come un cingolato. Una riflessione lucida tra cromature brucianti e concetti fini. Un brillio intimo che fa tanto voglia di sera.
A white, dusty road, a rusty gate. A little further on, a farm tractor dormant with boredom and overwhelmed by plants, but ready to start at the first sign.
Everything hangs on the idea of the next winter. Then, an explosion of citrus will envelop wrist and intransigence of work with scents, colors, and sensations. It is still far away, however it will come.
It is within this frame of waiting that the Glycine, found as “Navelin” in its rural storage, proliferates in its essence. A decisive, almost toothed shape, capable of tracing the dry earth like a tread. A lucid reflection amid dazzling chrome and subtle concepts. An intimate brilliance that makes one long for the evening.